
Si accede quindi alla Cappella di San Bernardino, oggi del SS. Sacramento, dalla bella architettura tardogotica, edificata dalla Comunità di Bolsena nella prima metà del XV secolo in ricordo della predicazione del Santo titolare nel nostro territorio. Alle pareti si possono ammirare affreschi di diverse epoche e scuole; alla sinistra dell’ingresso è un affresco eseguito nel 1459 in cui si ravvisa la Vergine col Figlio tra i santi Cristina, Nicola, Caterina d’Alessandria e Bernardino, opera di maestranze senesi; seguono poi le immagini di Rocco e Bibiana, questi però di diversa mano e datazione. Sulla parete di fronte sono altri affreschi databili alla seconda metà del XV secolo: un santo vescovo, San Rocco e la scena di Giobbe nel Letamaio visitato dai parenti; seguono altri frammenti dal soggetto non identificato e una bella Santa Cristina, dipinta nel 1508 da Giovanfrancesco D’Avanzarano, detto il Fantastico, quale immagine votiva tipologicamente legata agli affreschi della Cappella della Peste a Montefiascone e alla Santa Monica di Bagnoregio. Come negli affreschi del presbiterio della chiesa di San Francesco, anche qui il D’Avanzarano risente delle influenze della pittura umbro-pasturesca, da collegarsi al viaggio a Città di Castello, al soggiorno orvietano per gli affreschi nel Duomo e alle conoscenze di opere umbre dei Pinturicchieschi.

I soggetti di questi affreschi sono tutti riconducibili a quei santi universalmente noti e cari alla devozione popolare per i poteri taumaturgici loro attribuiti e ai quali, per le coincidenze calendariali, la civiltà contadina tributò un culto speciale. Sulla immagine accanto vediamo Santa Cristina, San Nicola, Madonna con bambino, Santa Caterina di Siena, San Bernardino, San Rocco e Santa Vibiana (anche Bibiana o Viviana).

La custodia dell’Eucaristia è un grandioso tabernacolo in maiolica, opera di Benedetto Buglioni, eseguito per volere della Comunità e del cardinale Giovanni de’ Medici negli anni che vanno dal 1493 al 1497; il ciborio, era originariamente collocato nella Grotta di Santa Cristina, sulla tomba della Martire; venne trasportato nel 1881 nella Cappella di Sant’Angelo, dove è rimasto fino al 1993. Il suo schema compositivo attinge all’archetipo di quello nella Basilica Laurenziana di Firenze, opera di Desiderio da Settignano. Nella predella, tra gli stemmi di Bolsena e del cardinale de’ Medici, sono tre delicatissimi rilievi bicromi, con storie del martirio di Santa Cristina.
Uscendo dalla cappella, sulla parete, è collocata una tela secentesca raffigurante la Vergine Immacolata e i Santi Cristina e Giorgio: il dipinto proviene dall’altare dedicato all’Immacolata che era nella navata sinistra della Basilica.