Alla sinistra del presbiterio si passa alla Cappella dei santi Andrea e Bartolomeo sulle cui pareti sono misere tracce di affreschi di diverse epoche. Sull’altare è posto alla venerazione un mediocre dipinto, forse del XVII secolo, della Vergine col Figlio; quell’immagine, dai Bolsenesi un tempo molto venerata, e comunemente conosciuta come Madonna del Giglio è nella realtà una copia della celebre Salus Popoli Romani venerata in Santa Maria maggiore di Roma. Il dipinto proviene dall’altare maggiore del santuario mariano della Madonna del Giglio, fino a pochi anni fa custodito da frati minori francescani. La chiesa ebbe la sua origine in un’edicola campestre dove nel XV secolo si venerava un affresco della Vergine col Figlio, ritenuto miracoloso. La fama dell’immagine contribuì all’edificazione del santuario che venne poi, nel XVIII secolo, ricostruito e arricchito di preziosi arredi.

Alla sinistra dell’altare su di una mensola poggia una preziosa macchina processionale in legno dorato, forse della seconda metà del XVIII secolo, che racchiude una più tarda tela della Vergine col Figlio comunemente conosciuta come Madonna di maggio perché era consuetudine recarla in processione nell’ultimo giorno del mese di Maggio.

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