Le reliquie che ancora oggi testimoniano l’evento prodigioso sono:- l’ostia, il corporale e i purificatoi custoditi nella Cappella del Corporale nella cattedrale di Orvieto; in particolare, l’ostia e il corporale, dal 1337, vennero conservati in quel gioiello di oreficeria senese che è il reliquiario di Ugolino da Vieri;
– l’altare su cui accadde il prodigio, stupendo manufatto dell’VIII secolo, collocato fin dalla prima metà del XVI nel vestibolo della Basilichetta Ipogea di Santa Cristina in Bolsena;
– quattro lastre di marmo macchiate di sangue prodigioso venerate dal 1704 nella Cappella Nuova del Miracolo, costruita come degna dimora delle reliquie rimaste a Bolsena. Una quinta, nel 1574, fu donata alla parrocchiale di Porchiano del Monte.
Il corporale

Il corporale, macchiato dal sangue miracoloso, fu trasportato, insieme all’ostia e a tutti i panni dell’altare, dal vescovo Giacomo, san Tommaso e san Bonaventura a Orvieto dove risiedeva il papa Urbano. Viene conservato nella Cappella del Sacro Corporale del Duomo di Orvieto. Ogni anno è esposto al pubblico durante il tempo di pasqua.
Ripresa fotografica in fluorescenza UV

Vangelo di Giovanni 19,31-37
31 Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. 32 Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. 33 Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34 ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
35 Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36 Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37 E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
Dati rilevati in fluorescenza UV
I dati ottenuti dalla luce in fluorescenza UV indicano la presenza di sangue scisso in plasma e siero. Studi scientifici attestano che la morte di Gesù è avvenuta per infarto e non per trafiggimento e che il sangue di un uomo morto si divide in siero e plasma. Il vangelo di Giovanni 19,14 conferma che dal costato trafitto uscì sangue (plasma) ed acqua (siero). Il sangue del Miracolo eucaristico presente sul Sacro Corporale rievoca la morte di Gesù per la remissione dei nostri peccati.
Sacre Pietre

Dopo la partenza del vescovo Giacomo con santi Tommaso e Bonaventura a Bolsena del miracolo è rimasta solo la chiesa, con coppiose macchie di sangue sull’altare, sui gradini e sul pavimento verso la sacrestia.
Le pietre macchiate dal sangue furono ritagliate e conservate. Intorno al 1500 fu affidato a uno scalpellino il lavoro di dare alle pietre una forma simile e ridurre il loro numero. Alcune sono state incastonate in altre per formare 5 pietre di una forma pressochè uguale. Una fu regalata in quel periodo alla parrocchia di Porchiano, le altre 4 sono conservate nella Cappella Nuova del Miracolo. Una di esse in un reliquiario dorato viene portata in processione, altre tre si trovano nella cornice sotto del altare maggiore “Il miracolo di Bolsena” di Francesco Trevisani.




L’Ostia
Dell’ostia del miracolo si sono conservati solo picocli frammenti, custoditi in una teca a Orvieto. Durante il giubileo straordinario a 750 anni dal Miracolo eucaristico l’ostia è stata esposta per preghiera dei fedeli. Sul ingrandimento qui sopra potete osservare che i frammenti sono di due colori, griggio e rosso. L’ostia durante il miracolo in parte ha conservato sembianze del pane, in parte quelle di carne.