Cardinale Ennio Antonelli apre la Porta Santa il 6 gennaio 2013
La celebrazione dell'Apertura della Porta Santa
Giubileo del Malato - Adorazione Eucaristica
Giubileo del Malato, Processione e Benedizione Sacramentale dei malati
Le "sacre pietre" - marmi macchiati del sangue scaturito dall'Eucaristia durante il Miracolo Eucaristico
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In occasione del 750° Anniversario del Miracolo Eucaristico di Bolsena (1263) e della Bolla "Transiturus" del Papa Urbano IV (1264), la Penitenzieria Apostolica, per mandato del Sommo Pontefice Benedetto XVI, con Rescritto del 13 marzo 2012, ha autorizzato la celebrazione di un Giubileo Eucaristico Straordinario durante il quale i fedeli e i pellegrini possono ottenere l'Indulgenza Plenaria, come per gli anni giubilari.
Il Giubileo Eucaristico durerà dal mese di gennaio del 2013 con l'apertura della Porta Santa nelle Basiliche di Orvieto e di Bolsena fino al mese di novembre del 2014, quando si chiude la Porta Santa nelle medesime Basiliche. 

 

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Il Giubileo

Il giubileo cristiano è direttamente consequenziale alla venuta del Salvatore. Storicamente il primo Anno Santo venne indetto da papa Bonifacio VIII con la bolla Antiquorum habet fidem e la cui proclamazione è riportata iconograficamente nel noto affresco giottesco all'interno della Basilica Lateranense in cui il pontefice è effigiato nel momento solenne in cui lo indisse il 22 febbraio 1300. Non a caso l'epoca medievale è caratterizzata da una ricerca di una più profonda religiosità e di rinnovamento generale.

Tale ricerca viene espressa attraverso eventi e iniziative rivolte al recupero degli aspetti umani più profondi uniti ad una urgente rinascita spirituale. Basti pensare al caso della concessione "vivae vocis oraculo" dell'indulgenza plenaria della Porziuncola del 2 agosto del 1216 da papa Onorio III a Francesco di Assisi. Per non parlare della nota perdonanza celestiniana che precede di pochi anni la scelta di Bonifacio VIII di indire il primo giubileo.

Celestino V, infatti con la Bolla del Perdono "Inter sanctorum solemnia" emanata nel 1294 concedeva l'indulgenza plenaria a chiunque, confessato e comunicato, entrava, attraverso la Porta Santa, nella basilica di S. Maria in Collemaggio a l'Aquila dai vespri del 28 agosto a quelli del 29. Il rito della porta santa sarà da quel momento il segno visibile dell'ingresso a una vita di fede che è chiamata a rinnovarsi. Terminato il Giubileo la porta della basilica viene murata nuovamente proprio per stare significare la straordinarietà dell'evento giubilare e del suo tempo prezioso offerto al popolo di Dio.

La scelta di Bonifacio VIII di indire il primo Anno Santo diviene, così, l'occasione di unirsi all'esigenza di dare una risposta all'ansia di salvezza dell'uomo di cui l'età di mezzo era impregnata e che nello stesso tempo va ad assumere una straordinaria esperienza collettiva di riconciliazione e di rinascita. Il Giubileo proclamato da Bonifacio VIII si sarebbe ripetuto in futuro ogni cento anni. Interessante la notizia che ci riporta Dante Alighieri che per il notevole afflusso di pellegrini, a Roma furono costretti a organizzare il flusso di marcia che andava verso San Pietro, passando sul ponte di Castel S. Angelo (Inferno XVIII, 28-33).

Nell'anno 1350, Papa Clemente VI decise di indire l'Anno Santo ogni cinquant'anni e nel 1470 Paolo II decretò che l'Anno Santo ordinario si celebrasse ogni venticinque anni.

Ad oggi i Giubilei celebrati sono stati in totale 121 di cui 26 ordinari e 95 straordinari. A differenza del Giubileo ordinario che cade a scadenza prestabilita, quello straordinario è detto tale in quanto è legato ad un avvenimento di particolare rilievo storico e di fede.

 

Storia

Le origini del Giubileo partono dall'Antico Testamento e ai tre termini a cui possono risalire i significati di giubileum, e sono jobel (ariete), jobil (richiamo) e jobal (remissione). Non possiamo dunque, non fare riferimento al testo biblico principale di riferimento e che è il seguente passo del libro del Levitico: "Conterete sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese farai squillare la tromba (jobel) dell'acclamazione; nel giorno dell'espiazione farete squillare la tromba per tutto il paese. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo: ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia" (Lv 25,8- 10). Il termine ebraico jobel indica, dunque, il corno dell'ariete che poi traslato, arrivò a indicare la tromba e quindi l'uso di questo per richiamare (jobil) tutto il popolo, ogni 49 anni alla solennità dell'anno della remissione (jobal). Tale remissione era riferita ai debiti. Le terre donate o vendute tornavano ai loro antichi proprietari. Il nuovo tempo solennemente proclamato recava, inoltre, la libertà degli schiavi e in genere ogni forma di riscatto.

Da qui si desume, innanzitutto, che l'istituzione del Giubileo è strumento sacro posto al servizio della missione universale del popolo dell'Alleanza. Per comprenderne il significato primordiale del Giubileo è bene soffermarsi sulla volontà di un rinnovamento profondo dell'uomo, nell'uomo e per l'uomo. L'istituzione del Giubileo, non doveva lasciar tranquillo l'animo in quanto il suo scopo è di rinnovare l'uomo a partire da se stesso. Riprendere l'esame di coscienza, riconsiderare i benefici ricevuti da Dio, ricordare gli impegni presi, ripensare ai propri doveri, maturare e quindi modificare i propri modi di pensare e di agire non conformi ai comandi di Dio, e quindi, con il suo aiuto e senza indugio, divenire migliori.

Il Giubileo portava con sé la liberazione generale dalla condizione di miseria, dalla sofferenza, dall'emarginazione. Così la legge giunse a stabilire che nell'anno giubilare non si lavorassero i campi, che tutte le case acquistate dopo l'ultimo giubileo tornassero, senza indennizzo, al proprietario di origine e che gli schiavi riavessero la libertà. Il cristianesimo, col tempo andrà a dare al giubileo una nuova prospettiva attraverso cui l'anno giubilare proclamato assunse un significato di anno di grazia, di perdono, un nuovo tempo di salvezza, partendo proprio dalla venuta di Cristo e riferito a tutti coloro che sono alla sua sequela.

Da qui il senso del perdono generale, dell'indulgenza offerta a tutto il popolo e che il pontefice, successore di Pietro, concede, sotto determinate condizioni ai fedeli.