S. Messa sulla tomba di santa Cristina il 24 luglio
Misteri di S.Cristina - La Gloria (2012)
Misteri di S.Cristina - Cristina viene chiusa in una fornace per 5 giorni (2012)
Misteri - Battesimo di S. Cristina (2012)
Misteri di S.Cristina - Le serpenti velenose non le fanno nulla
Misteri di S.Cristina - La Gloria (2012)
Misteri di S.Cristina - Le tagliano la lingua (2012)
Misteri di S.Cristina - Infine viene uccisa con le frecce che la colpiscono al cuore (2012)
La processione si ferma in piazza per assistere alla scena dei misteri di S.Cristina
Misteri di S.Cristina - La Gloria (2010)
Durante la festa della santa vengono esposte le sue reliquie
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CristinaSulLago smallCristina era una ragazza di 11-12 anni della gens Anicia (antica famiglia romana alla quale appartiene anche S. Lucia). Padre di Cristina, Urbano, era prefetto del municipio romano di Volsinii, antica Bolsena. Forse proprio la carriera militare del padre, di cui faceva parte cercare i cristiani e costringerli a portare sacrifici agli dei pagani la portò, per compassione, a interessarsi di questa comunità, di prenderne contatti e pian piano a diventare cristiana, ricevendo il battesimo.

Suo padre, quando lo viene a sapere, cerca di sottacere le cose. La rinchiude in una prigione domestica, dove fa portare anche alcune statue degli dei pagani e 12 vergini, amiche di Cristina, sperando che queste riescano a convincerla a unirsi a loro nelle offerte dell’incenso e degli sacrifici a questi idoli.

Cristina una notte distrugge le statue, prende l’oro e gioielli che le adornavano, scappa e regala ai poveri della città questi tesori. Così tutti a Bolsena sanno che lei, figlia del prefetto è cristiana. Il padre non ha molte scelte. La fa catturare dai soldati e frustare pubblicamente in piazza, sperando che Cristina non saprà sopportare il dolore e acconsente di offrire sacrifici agli idoli, salvandosi così la vita.

Cristina però aveva dai fratelli nella fede appreso della morte e risurrezione di Cristo e della speranza di vita eterna e non teme più la morte. E forse proprio per dare testimonianza della fede ai fratelli e ai soldati di suo padre, non cede.

Il padre la fa torturare su una ruota ardente e quando finalmente capisce, che Cristina non si arrende mai e che così inutilmente aumenta le sue sofferenze, si decide di farla morire. Forse era arrabbiato con lei, non potendo lui stesso capire il motivo di tanta resistenza, ma forse aveva anche paura che se non fa valere la legge anche in questo caso, qualcuno lo denunci a Roma e che così non perde solo una figlia, ma rischierà la vita dell’intera famiglia.

Decide di far legare Cristina a una pietra, portarla in una barca in mezzo al lago e gettarla dentro. Il suo cuore del padre però non regge più e muore in riva al lago.

Secondo l’antica passio, la pietra che doveva trascinare Cristina in fondo al lago dopo un po’ risale, galleggia sopra le acque, Cristina ci sta su in piedi e la pietra, come se fosse una barca, la riporta alla riva.

Dione, che prende posto del padre di Cristina a comando della città, continua nelle torture di Cristina. La trascinano nuda, legata dietro ai cavalli, per le vie del paese. Le tagliano la lingua per non poter più invocare il nome di Cristo, le tagliano i seni per distruggere la sua nascente femminilità… La passio racconta alcune altre torture, alle quali Cristina con divino aiuto sopravvive: fu bollita nell’olio e le peci, fu murata per cinque giorni tra le fiamme in una fornace, fu gettata nella fossa di serpenti velenosi… E solo alla fine muore nell’arena colpita al cuore dalle frecce. Il giorno della sua nascita per il cielo fu il 24 luglio di un anno tra 303 e 309.

Viene sepolta dalla comunità Cristiana nel loro cimitero, la catacomba fuori dalla città. La sua tomba è nel terzo corridoio a sinistra, in mezzo a tanti altri fratelli e sorelle nella fede.

La comunità però non si scorda mai la testimonianza dei suoi ultimi giorni e forse già in quei ultimi anni di persecuzione venivano a pregare alla sua tomba, per trovare anche loro il coraggio e la forza di perseverare nella fede. Finite le persecuzioni, nel 313, non tarda la nascita di una prima grotta - chiesetta intorno alla tomba della Martire, che conosce successivi sviluppi nella prima metà del X sec. 

 

Giovanfrancesco D'Avanzarano. Santa Cristina (1506)

Le fonti letterarie che ci testimoniano l'esistenza di una comunità cristiana nell'antica Volsinii sono tutte relativamente tarde. Si deve giungere all'anno 494 per trovare la più remota notizia di un episcopato volsiniese, anche se il Lanzoni anticipa tale data all'anno 313 con la presenza di Evandro, vescovo della città, al Sinodo Lateranense. Se i documenti letterari non permettono di risalire oltre il V secolo per l'origine della comunità cristiana di Bolsena, i dati archeologici e monumentali ci rimandano invece ad un'età più lontana, identificandosi con la figura di santa Cristina e le vicende del suo culto.

     Santa Cristina e Bolsena: un binomio inscindibile che perdura da diciassette secoli, da quell'assolato 24 luglio di un anno imprecisato, agli inizi del IV secolo, quando l'undicenne fanciulla di Bolsena, posta nell'alternativa fra Cristo e questa vita mortale, scelse senza esitazione il suo sposo celeste, al quale, come desiderava, si unì per sempre mediante il martirio.
     La memoria del sacrificio di Cristina, al 24 luglio, è già riportata nei più antichi martirologi della chiesa: il Geronimiano e il Romano, e le gesta della sua passione ebbero una precocissima diffusione. Il più antico racconto pervenuto fino a noi è contenuto nel papiro di Oxirhynchos, risalente agli inizi del V secolo.      Successivamente, della martire di Bolsena scrissero i più celebri autori del cristianesimo medievale, come Beda il Venerabile (VII sec.), Aldhelmo di Malmesbury (†709), Adone di Vienne (†875), Ràbano Mauro, Giuseppe l'Innografo (IX sec.), Alfano di Salerno (†1085), Jacopo da Varaggine (XII sec.). Dal IX secolo la narrazione della passione di Cristina si moltiplicò in centinaia di redazioni, sia in lingua greca che latina, ed ebbe una grande fortuna letteraria, tanto da influenzare altre celebri passioni, come quelle di Barbara, Caterina, Palazia, Laurenzia e della "moderna" Filomena.

 

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